venerdì 25 aprile 2014

Come approcciarsi ad un Consulto di Cartomanzia

Oggi mi va di parlare di come ci si approccia ad un consulto. 
Ci sono sostanzialmente due scuole di pensiero tra i cartomanti; una ritiene che sia tutto scritto e destinato e che le carte parlano esclusivamente di ciò che accadrà, l'altra sostiene che in realtà le carte danno delle indicazioni sul "possibile" futuro. Possibile ma non certo! Ci sono poi cartomanti che ritengono che il consultante possa influire (solitamente in negativo) sulle carte, possa cioè influenzare una stesa con pensieri negativi, altri sostengono che  ciò non sia possibile. Per mia esperienza personale ritengo che ci sono sostanzialmente due tipologie di consulti in cui si può incappare: il consulto dove tutto è già stabilito, dove non si può intervenire e il consulto dove in sostanza le carte indicano una possibilità e in genere quest'ultimo tipo di consulto da anche indicazioni/suggerimenti su come affrontare la situazione o su che scelte è meglio orientarsi. Dunque sono le Lame stesse a parlare e a indicare se siamo ancora in tempo a modificare il nostro percorso o se già le scelte compiute in passato (lontano o recente) hanno tracciato una strada dalla quale non ci si può esimere. Per questo motivo alcuni consulti sembrano perentori e altri lasciano delle possibilità aperte. Per quanto riguarda il secondo aspetto anche qui non mi troverete d'accordo con molte mie colleghe ma, io ritengo che in alcuni casi le carte possano "subire" influenze da parte del consultante. Vediamo come: 
Innanzitutto farsi fare le carte in un momento estremamente negativo (negativo in senso mentale e spirituale quando la vita sembra un lungo tunnel buio, quando ci accompagnano pensieri di morte, siamo depressi, siamo totalmente negativi e chiusi alle possibilità) l'ho detto e ripetuto centinaia di volte: la cartomante non è una psicologa, quando i pensieri che vi accompagnano sono "gravi" è bene rivolgersi ad uno specialista del settore.
Per ottenere un buon consulto, soprattutto il più vicino possibile alla realtà e alla comprensione di ciò che state vivendo è opportuno in primis essere tranquilli e sereni, avere un approccio "leggero" non superficiale (che è ben diverso) spesso mi capitano dei clienti che sembrano imputati in attesa di giudizio o peggio ancora pazienti che attendono l'esito di un esame clinico! E qui andiamo proprio male... l'approccio alla cartomanzia deve essere serio ma anche giocoso, deve esserci un dialogo costruttivo con la cartomante e non, come spesso accade, distruttivo. Facciamo un piccolo esempio: mi chiama la sig.ra Panda preoccupata mi chiede se il marito, il sig.Panda la tradisce... la signora è agitata, spaventata, sull'orlo di una vera e propria crisi di panico. Come pensate che reagirà davanti ad un eventuale responso affermativo e dunque negativo?!?! MALE!!! La sua reazione potrebbe essere di TOTALE rifiuto (mio marito mi ama e non è possibile!!!) e allora ci sarebbe da chiedersi il motivo della domanda.... c'è la reazione rabbiosa (lo sapevo!!! ma appena torna a casa si pentirà AMARAMENTE di ciò che mi sta combinando alle spalle!!!!) la reazione vittimista (tanto... figuriamoci se prima o poi non sarebbe accaduto... non sono una brava moglie.... lo trascuro.. sono brutta ecc ecc...)  raramente c'è la reazione filosofica (era pure ora che qualcuno mi aiutasse a sostenere questa croce! ) ma appena mi capita lo comunicherò!!! Scherzi a parte ognuna di queste reazioni riflette ciò che sentiamo dentro di noi e ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra situazione.... in nessuno di questi casi otterremo granché dal consulto e purtroppo, anche se in rari casi, quando il rifiuto di assumersi responsabilità, di accettare la realtà, di ammettere il fallimento delle nostre illusioni... può accadere che siamo così chiusi da influenzare le carte e distorcerne il senso. L'approccio alla cartomanzia oltre che leggero dev'essere di apertura totale... non si può chiedere un consulto dando per scontato che la cartomante dirà solo cose belle o solo ciò che ci farebbe piacere sentire. E' come nascondere la testa sotto la sabbia... a cosa potrebbe servirci? Ad alimentare le nostre sciocche, stupidi ed inutili illusioni? E poi?!?!? 
Prima di richiedere un consulto cerchiamo di essere sinceri con noi stessi e chiediamoci cosa ci aspettiamo di sentire... perché chiediamo aiuto alle carte, cosa ci spinge? La curiosità? Il bisogno di fare chiarezza? O la mera illusione che se la cartomante ci dice che il signor Panda ci ama noi possiamo dormire sonni tranquilli anche se torna a casa con la camicia sporca di rossetto? La cartomanzia deve servire  anche e soprattutto ad accettare il corso delle cose che non possiamo cambiare, a chiudere con il passato che non esiste più se non nella nostra mente, a comprendere chi siamo e quanto ancora possiamo chiedere alla vita. Ma niente cade giù dal cielo (purtroppo o per fortuna) sono le nostre scelte a decidere il nostro futuro e l'unica possibilità che abbiamo è quella di fare del nostro meglio e di avere comprensione per noi stessi se inciampiamo lungo il percorso e di avere la forza e il coraggio di rialzarci sempre, anche quando non ce la facciamo più.  Dunque prendete il consulto come un consiglio, un'opportunità, una possibilità....e se va male cercate di comprendere gli errori alla base delle vostre scelte senza ancorarvi a niente, né ai responsi positivi né a quelli negativi, perché il destino, alla fine, è solo nelle vostre mani. 

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