Scopo della consultazione deve essere, quindi, soprattutto aiutare il consultante a prendere coscienza del proprio problema, a diventare "il centro" della situazione confusa e dolorosa e a condurlo all'accettazione di quanto ha causato o causa sofferenza. Attraverso l'accettazione del proprio vissuto si può iniziare un processo di emancipazione personale, rinnovare la propria fiducia in sé e aprirsi a nuove esperienze.
Generalmente chi si rivolge a una cartomante lo fa a causa di una situazione problematica o confusa che non gli permette una visione globale e un discorso coerente rispetto al proprio vissuto. Il consultante è quasi sempre qualcuno che non riesce più a raccontare a se stesso e a chi gli sta vicino la propria situazione o la propria identità e dalla seduta si aspetta un nuovo racconto, una narrazione che possa riordinare gli eventi, le persone, le emozioni e fornire una revisione della propria storia e della propria identità o, comunque, fornire elementi differenti e nuovi punti di vista per reinterpretarsi.
La necessità di interpretare un oracolo è valida perciò soprattutto quando il consultante desidera ottenere una radiografia interiore di se stesso, adeguata alla situazione o domanda che ha formulato. Lo spirito di chi si accinge a farsi leggere le carte è di grande importanza sulla qualità della consultazione. Il consultante non dovrebbe cercare la consultazione per evitare di fare una scelta rimettendosi così alla sentenza del cartomante, ma per avere una conferma della situazione attraverso la visione dell'occultista. La scelta di come gestire il proprio avvenire appartiene soltanto alla sua coscienza e alla sua personale intuizione.
(tratto da: Leggere le carte napoletane-una finestra sull'infinito G. Martini)
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